GIUSEPPE   ANEDDA

 

(Cagliari 1/3/1912- Cagliari 30/7/1997)

 

Giuseppe Anedda nacque a Cagliari il 1° Marzo del 1912.
Già all’età di dieci anni Giuseppe Anedda, o Pippo come lo chiamavano tutti, era chiamato per le frequenti manifestazioni teatrali ed operistiche. Nel '23, infatti, fu chiamato a suonare il liuto nella Francesca da Rimini sotto la direzione dello stesso autore Riccardo Zandonai .
Si formò, poco dopo, il quartetto Karalis e quando “Pippo” Anedda si arruolò in polizia in servizio presso il Palazzo Reale di Napoli, si presentò l'occasione di partecipare al Concorso Nazionale organizzato dalla Direzione Generale del Dopolavoro, a Palermo nel febbraio del '38 vincendo il Primo Premio per due anni consecutivi.
Nel '41 inizia la collaborazione con l'EIAR, poi divenuta RAI; nel 1948, durante la stagione concertistica organizzata dal 3° programma, fu eseguito per la prima volta al mondo, il concerto originale di Vivaldi per due mandolini, archi e cembalo diretto dal M°Nino Sanzogno.Lo stesso concerto fu poi ripetuto all'Accademia di Santa Cecilia nel '50.
Il M° Renato Fasano volle includerlo nel repertorio del Collegium Musicum Italicum da lui diretto.Inizia così la lunga collaborazione di Giuseppe Anedda con i Virtuosi di Roma, senz'altro una delle migliori orchestre da camera del mondo, collaborazione durata ben 16 anni, dal '52 al '68.
Il disco del concerto di Vivaldi, inciso a Londra per la Voce del Padrone vinse il premio indetto dall'Accademia Vivaldiana di Bruxelles per l'interpretazione del solista. Ma fu un'altra occasione a consacrare già allora il M°Anedda come il più grande mandolinista del mondo: si eseguiva a Roma il nuovo balletto di Igor Stravinskj Agon, con l'esecuzione dell'Orchestra Sinfonica della RAI, che presenta diverse parti di mandolino e che gli dedica un'importante passo solistico nel quarto tempo assieme all'ottavino e all'arpa. Dopo quest'ultima esecuzione si sentì dalla platea un grido "Bravo Mandolino!": era proprio Stravinskj che si diresse verso il palcoscenico per stringere la mano ad Anedda.Questo episodio fu riportato in lettere cubitali dalla "Stampa Sera"di Torino.
Grazie al M° Anedda, il mandolino acquistava sempre più importanza nel mondo musicale. Dopo tanti concerti, circa cinquemila, accompagnato da grandi orchestre o dal fedele amico pianista, il M° Franco Barbalonga, o, a volte, completamente da solo, in tutte le sale da concerto più prestigiose del mondo, dove il mandolino non era mai entrato e probabilmente non sarebbe entrato ancora per molto, Giuseppe Anedda ricevette nel 1970 l'invito dalla Manhattan School of Music di New York a tenere corsi di perfezionamento e masterclasses per cinque anni sia di mandolino che di liuto.Contemporaneamente solo un altro italiano, il M°Luciano Berio, stava insegnando negli USA.
Finita l'esperienza a New York e dopo una serie di fortunatissimi concerti in Giappone, paese mandolinisticamente molto attivo, nel 75 giunse l'invito da parte di Claudio Scimone a tenere tre concerti in Svizzera accompagnato dai Solisti Veneti che ebbero una grande importanza nella storia del mandolino non tanto per il successo, che comunque fu notevole, ma per l'amicizia che nacque tra Scimone e il M°Anedda.
Tale amicizia portò all'istituzione della prima Cattedra di insegnamento del Mandolino presso il Conservatorio Pollini di Padova.
In quel periodo gli fu anche conferita una medaglia d'oro a nome della Presidenza della Repubblica Italiana, e fu invitato a Charleston (Sud Carolina) per l'inaugurazione del Festival dei Due Mondi unico italiano assieme a Carla Fracci.
L'impegno con il conservatorio terminò nel 1980, per superati limiti d'età, ma non prima d'aver garantito una ricca discendenza di allievi e di aver permesso quindi un rinnovato interesse per lo strumento che oggi sta portando i suoi frutti nel mondo accademico.